Leonardo Cincinelli è un pianista, tastierista, produttore e compositore italiano la cui musica sfugge alle etichette tradizionali. Radicata nel jazz e nella musica elettronica, la sua ricerca è guidata da una passione instancabile per la sperimentazione e l’improvvisazione, fondendo generi con naturalezza e rifiutando ogni tipo di costrizione.
Nato nel 1983 in un piccolo paese della Toscana, Leonardo inizia il suo percorso musicale all’età di sette anni, studiando pianoforte con Sarah Hamby, clavicembalista e direttrice di coro statunitense. La sua formazione prosegue con insegnanti privati e prestigiose istituzioni come Siena Jazz e il Saint Louis College of Music di Roma, dove si avvicina al mondo della sintesi e della musica elettronica. Pur riconoscendo l’importanza dello studio accademico, Leonardo ha sempre dato priorità alla creatività, alla sperimentazione e all’introspezione, evitando percorsi rigidi e l’influenza diretta di maestri celebri.
A 18 anni inizia a suonare dal vivo con Lostress, un trio di jazz acustico che si esibisce in festival e club dell'Italia centrale. Nello stesso periodo, co-fonda Deejazz, un collettivo eclettico che mescola musicisti jazz, rapper e DJ in un'innovativa fusione di improvvisazione e suoni urbani. In questo periodo ha collaborato anche con una vasta gamma di musicisti, in particolare della scena jazz del centro Italia (Daniele Malvisi, Gianmarco Scaglia, Ferdinando Romano, Paolo Corsi...).
Nel 2010 Leonardo si trasferisce a Barcellona, dove ottiene un master in produzione musicale presso la scuola Microfusa. Immergendosi nella vibrante scena elettronica underground della città, adotta lo pseudonimo di Leomode e inizia a esibirsi dal vivo accanto a DJ, esplorando performance ibride che uniscono l’improvvisazione con sonorità house e techno, in club iconici come il Row14 e il Macarena. Con lo stesso alias ha successivamente pubblicato una serie di beat di ispirazione lo-fi, arricchiti da influenze jazz e bossa nova.
Nel corso degli anni, Leonardo collabora a diversi progetti, tra cui Nu Epoque, una band elettronica/neo-soul/afrofuturista fondata insieme al cantante e beatmaker mozambicano Siwo e alla vocalist angolana Monica Mussungo. Il trio si è esibisce in concerti e festival a Barcellona e dintorni, pubblicando il loro album di debutto, Zula, nel 2017.
Nel 2020, Leonardo ha co-fonda Art.eria insieme al pianista e arrangiatore argentino Mariano Camarasa. Il gruppo include il flautista Fernando Brox e un quintetto d’archi, dando vita a un sound che fonde improvvisazione jazz, produzione elettronica e atmosfere cinematografiche, arricchito da uno show visivo ideato dall’artista audio-visuale russo N0vatik. Il loro concerto di debutto è stato registrato e trasmesso su RTVE Play, la televisione nazionale spagnola.
Dal 2019, Leonardo è diventato uno dei principali pianisti e produttori per sessioni remote su piattaforme come SoundBetter e AirGigs, marketplace online che mettono in contatto musicisti e produttori con artisti di tutto il mondo. La sua versatilità e competenza tecnica lo hanno reso un collaboratore prezioso per una vasta gamma di artisti internazionali, dai talenti emergenti a nomi affermati come Jess Glynne e Gorgon City. Richiesto in contesti e generi diversi, questa esperienza ha arricchito la sua visione artistica grazie al confronto con una grande varietà di stili musicali e approcci creativi.
Negli ultimi anni, Leonardo ha abbracciato le forme più radicali di improvvisazione libera, esplorando paesaggi sonori sempre nuovi e collaborando con musicisti sperimentali della vibrante scena underground di Barcellona.
Questa esplorazione è documentata da una serie di registrazioni in studio con vari ensemble, tra cui Jazz Doesn’t Like You, Otrotrio, e La Otra Band, in collaborazione con il chitarrista Olivier Jambois, il contrabbassista Mauro Battisti, il sassofonista Andrew Baker e molti altri.
È anche il fondatore de La Otra Jam - una jam session / laboratorio creativo stabile dedicato alla musica improvvisata — che ha ospitato musicisti come Josep Maria Balanyà, Liba Villavecchia, El Pricto, Pablo Selnik e molti altri.
"Credo che senza improvvisazione la musica dal vivo perda di significato.
Non voglio limitarmi a ripetere cose già successe in una sala prove, nel mio studio o anche solo nella mia testa: è come recitare una poesia a memoria invece di cercare un dialogo autentico con il pubblico e gli altri musicisti.
Voglio sorprese! Voglio viaggiare in luoghi sconosciuti mentre suono. C'è già così tanta musica là fuori che, dal momento in cui inizia, sai già più o meno come andrà a finire...
Per quanto mi riguarda, niente è più potente che lasciare spazio alla creazione estemporanea.
Può essere rischioso e bisogna accettare il caos e il "brutto", ma le cose più interessanti - per me - possono emergere solo in questo modo, anche se solo per un momento.
Bisogna lasciare la porta aperta a quelle cose che ad un certo punto appaiono e che nessuno avrebbe mai potuto immaginarsi, pianificare o comporre.
Qualcosa che accade solo qui e ora, in questa situazione, in questo spazio, con questa acustica.
Io vivo per quei momenti, per quei suoni che non mi aspettavo, quella musica per cui vale la pena uscire di casa, in senso letterale e figurato".
- Leonardo
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Né l'Unione Europea né la Commissione Europea possono essere considerate responsabili".